mercoledì 29 dicembre 2010

La peggiore legge di controriforma dell'Università mai pensata e scritta nella storia d'Italia è stata approvata dal peggiore governo della Repubblica. Tutto si tiene. Questa legge vergognosa reca la firma di una sedicente ministra che con il mondo della ricerca e dell'insegnamento universitario c'entra quanto il capo del suo governo con la democrazia e con la Costituzione. E' un giorno nero per coloro che amano questo Paese, e soprattutto per i giovani che avrebbero il diritto di costruirsi quel futuro che viene loro da molti anni sequestrato. Si è persa un'altra battaglia cruciale.
La destra italiana - la destra sociale, prima ancora di quella politica che la rappresenta e ne serve gli interessi - mette al sicuro un altro tassello della devastazione sociale e politica in corso da un ventennio. Se un rimprovero va rivolto a quanti hanno cercato di contrastare questa «riforma» è che la lotta è partita in ritardo. Sono due anni - dalla finanziaria del 2008 - che il governo lavora con determinazione per questo esito. Ci si doveva muovere prima, e non lo diciamo certo agli studenti e ai ricercatori precari, che hanno avuto comunque il merito di mobilitarsi in massa e di imporre la questione della scuola e dell'università pubblica all'attenzione generale. Rivolgiamo questa critica al grosso del corpo docente, che anche in questo caso si è dimostrato inconsapevole e passivo. E soprattutto alle forze politiche dell'opposizione parlamentare, che anche su questa materia hanno lasciato che il governo facesse e disfacesse a proprio piacimento.
Che cosa sarà l'Università italiana quando la legge andrà in vigore? La ministra spande a piene mani bugie sin dall'inizio dell'iter del provvedimento. Ha imparato la lezione del suo mentore, consapevole che in un Paese senza opinione pubblica la menzogna è lo strumento fondamentale della politica. Ma la verità è semplice. Sarà una Università riservata a chi ha molti soldi, perché gli atenei alzeranno le tasse per quadrare bilanci sempre più poveri, e perché la legge riduce ai minimi termini le provvidenze per il diritto allo studio. Sarà un luogo di lavoro precario, perché quei pochi fortunati che riusciranno a conquistare un posto di ricercatore a tempo determinato saranno mandati a casa dopo sei anni al massimo, in quanto gli atenei non avranno i fondi per bandire posti di professore associato. E sarà un luogo di frustrazione e di risentimento, perché alla massa dei ricercatori oggi in ruolo si nega qualsiasi possibilità di accesso alle fasce docenti.
Ma il cuore nero della legge è la trasformazione della struttura istituzionale degli atenei, della loro cosiddetta governance.


Questa legge non è stata scritta dalla ministra Gelmini, che non saprebbe mettere insieme nemmeno cinque righe dotate di senso. E' il frutto della collaborazione tra il ministro dell'Economia, i rettori della Crui e l'Ufficio studi della Confindustria. Ed è il frutto della propaganda del Corriere della sera che, dopo avere sostenuto a spada tratta la «riforma», ieri con sfrontata ipocrisia piangeva sulle sorti della ricerca italiana chiedendo risorse per i ricercatori che «ogni giorno fanno funzionare i nostri atenei». Al di là delle belle parole, la legge realizza una privatizzazione strisciante dell'Università. Che rimarrà pubblica nei costi, ma servirà a produrre benefici e risorse per i privati. I consigli di amministrazione saranno in mano a soggetti esterni: imprenditori e politici, che decideranno a costo zero dove destinare le risorse degli atenei.
Non è difficile prevedere che ne discenderà l'agonia della ricerca scientifica di base e delle facoltà umanistiche. I rettori potranno governare in modo ancor più autoritario di quanto già non facciano. E il governo, al quale spetta la nomina dell'Agenzia per la valutazione della ricerca, stabilirà chi premiare e chi discriminare, cancellando con un tratto di penna la libertà della ricerca e dell'insegnamento che, pure, la Costituzione sancisce. In una parola, è il de profundis dell'Università pubblica. Nemmeno il fascismo aveva osato altrettanto.
Restano da dire due cose, perché il quadro sia completo. La prima è che anche su questo terreno la destra dimostra di avere idee chiare. L'Università che nasce oggi non è un fuor d'opera, è coerente con il modello sociale complessivo che giorno dopo giorno prende forma sullo sfondo della crisi prodotta dal capitalismo neoliberista. Se la Costituzione antifascista disegna l'immagine di una democrazia progressiva, fondata sulla centralità del lavoro e sul principio di uguaglianza, le forze oggi dominanti realizzano il programma piduista di una oligarchia fondata sulla precarietà e la povertà del lavoro e sul razzismo. Per un Gasparri che incita alla violenza e sogna il ripetersi della mattanza di Genova, ci sono cento Sacconi che sputano fiele sul «nichilismo degli anni Settanta» e celebrano l'inverarsi della «rinascita democratica» invocata da Gelli, Berlusconi e Cicchitto. Ma anche le forze del centrosinistra hanno gravi responsabilità, per la mancata opposizione di questi mesi e per le scelte compiute a partire dagli anni Novanta. La privatizzazione dell'Università, la legge sull'autonomia che ha trasformato le università in aziende, l'idea delle Fondazioni universitarie, l'apertura dei consigli di amministrazione alle imprese, lo strapotere dei rettori, la messa ad esaurimento del ruolo dei ricercatori, tutto questo è farina del sacco dei partiti che hanno dato vita al Pd.
Non basta votare contro una legge per cancellare le proprie scelte sbagliate. Non basta l'ostruzionismo del giorno dopo per proclamarsi immuni da colpe. Purtroppo non c'è solo la firma della destra in calce a questa pagina vergognosa.

Alberto Burgio

sabato 11 dicembre 2010


SERATA IN RICORDO DEL COMPAGNO
MARIO MONICELLI
"I COMPAGNI"

di MARIO MONICELLI

de L’azione è ambientata alla fine del diciannovesimo secolo, in un'industria tessile torinese. Un grave incidente è la scintilla che fa scoppiare le proteste operaie contro le inumane condizioni di lavoro. Gli operai decidono di compiere un gesto dimostrativo, a seguito del quale si organizzano e grazie all’aiuto di un professore giunto tra loro, la protesta si trasformerà in un durissimo sciopero…

dirit

15 DICEMBRE 2010 ORE 20.30

SALA CANTIERE COMUNALE - VIALE DELL’INDUSTRIA

PERGINE VALSUGANA

SEGUE DIBATTITO CON:

SEBASTIANO PIRA SLAI COBAS del TRENTINO

CARLO PARIS: GIOVANE FILMAKER


INGRESSO LIBERO

IN RICORDO DI UN RIVOLUZIONARIO

Monicelli ha deciso di non essere più in mezzo a noi. Attraverso il cinema questo esile e grande uomo, con dignità e senso dell’umorismo, si è battuto sempre per la giustizia e l’uguaglianza. Ha parlato di guerra, di amicizia, di comunismo, di storia, di femminismo, e ancora pochi mesi fa di “rivoluzione”. Il suo sguardo è sempre stato quello degli umili, di chi combatte.
Per questo non bisogna essere particolarmente colti o appassionati di cinema per amare questo grande regista. La rassegnazione di Capannelle che si mette a mangiare pasta e ceci dopo aver sbagliato a fare il buco nel muro, ne I soliti ignoti, ce la ricordiamo tutti. Così come tutti ci ricordiamo della simpatia e della forza vitale di Monica Vitti, ne La ragazza con la pistola. O della disperazione di Alberto Sordi quando, in Un borghese piccolo piccolo, vede morire il figlio a causa di una rapina.
Ha fatto tanti film Mario Monicelli e ha saputo non solo raccontare questa nostra Italia ma ne ha sottolineato i tratti, evidenziato le caratteristiche. Monicelli ha saputo produrre arte di altissimo livello attraverso la trasposizione in vite vissute delle caratteristiche della nostra gente. C’è molta più comprensione dell’Italia in molti suoi film che in tanti trattati sociologici.Ci piace pensare che Monicelli ha saputo fare questo proprio perché comunista, perché rivoluzionario. Monicelli non era un regista e poi un comunista. Egli ha fuso insieme questi due termini, da un lato assumendo un particolare punto di osservazione del mondo - dal basso - e dall’altro ponendo il problema del trascendimento della realtà qui ed ora, della ribellione. «La speranza, diceva, è una trappola inventata dai padroni. Bisogna avere il coraggio di ribellarsi... e cercare il riscatto che in Italia non c’è mai stato».
Vi è in questa frase una forza enorme; un comunismo non ridotto a pratica religiosa della speranza nel futuro ma, al contrario, il comunismo vissuto come urgenza del cambiamento qui ed ora. Il coraggio di ribellarsi è quella scintilla, quello scarto, che ci parla della possibile costruzione di una soggettività non inscritta nel dominio di quelli che lui giustamente chiamava padroni. L’antipatia per il potere, per l’arroganza, per la sopraffazione, per il cinismo e un interesse vero per tutto ciò che riguardi la dignità umana. Lo stesso senso della dignità umana che l’ha portato probabilmente a togliersi la vita pur di non finire, malato, a dover dipendere da chissà quale meccanismo medico.
Lo vogliamo ricordare così, comunista non pentito, che ci ha accompagnato con i suoi film, ci ha onorati con la sua iscrizione a Rifondazione e con il sostegno nelle campagne elettorali. Grazie Mario, per quello che sei stato e per quello che hai fatto.

Paolo Ferrero

Segretario di Rifondazione Comunista


diritti.


giovedì 18 novembre 2010

venerdì 12 novembre 2010

Ciao a tutt*, vi invitiamo al
Congresso fondativo della Federazione della Sinistra.
La Federazione della Sinistra, come penso saprete, nasce da un progetto
riunificante della sinistra di alternativa
(PRC - PDCI - Lavoro e Società -
Socialismo 2000).
Riteniamo sia fondamentale in Italia, ricostruire un blocco di sinistra. E'
sotto gli occhi di tutti quanto sia stata sterile se non inefficace
l'opposizione parlamentare durante quest'ultimo governo di centro destra ed è fondamentale far sì che si riformi un'opposizione che sappia
mettere sul piatto proposte di politica economica alternativa a questo modello sociale, che sia capace di ridare parola al cittadino attraverso processi di democrazia partecipata. L'opposizione si costruisce dal basso, l'opposizione deve ripartire dal conflitto di classe (le classi dominanti la lotta di classe la usano eccome contro i ceti sociali deboli che hanno disimparato a protestare ed è fondamentale, organizzarsi, perche è decisivo, imporre il volere di chi da troppi anni non ha più avuto voce).
Questo governo sta facendo a pezzi la costituzione, ha fatto dell'antipolitica e della criminalizzazione dei partiti il cavallo di battaglia per poter distruggere la cosa pubblica, regalandola di fatto ai poteri forti(finanziarie, banche, confindustria, etc.) che vogliono eliminare lo stato sociale, togliere ai cittadini la parola, gestire lo stato senza nessuna opposizione.
L'opposizione deve rinascere dalle piazze, dai luoghi di lavoro, dai movimenti che si battono per l'acqua pubblica (privatizzata da un decreto del ministro Ronchi finiano di ferro di FLI!)e per la ripubblicizzazione dei servizi, dai movimenti che sono scesi in lotta per la tutela e la demercificazione dell'ambiente, dal movimento per i diritti civili, dal movimento per la pace, dal movimento per i diritti degli immigrati(la Bossi-Fini chi l'ha fatta Fini mica lo spirito santo), dai precari, dai disoccupati, dagli studenti, da tutta quella miriade di soggetti sociali deboli che stanno pagando la crisi sulla propria pelle.
Per discutere di questi argomenti, avrei piacere di invitarti/vi al Congresso di cui sopra che si terrà il giorno 14 novembre 2010 presso la sala della Circoscrizione San Giuseppe / Santa Chiara, Via Giuseppe Giusti 35/angolo via Perini 2/1 a Trento, con inizio alle ore 9,30.
Se vorrete potrete intervenire liberamente portando il vostro contributo, per noi fondamentale, ed estendo l'invito anche a tutti coloro
che abbiano voglia di partecipare.

Grazie di cuore

Franco Porta

martedì 9 novembre 2010

COMUNI ( s ) TA' di valle

1.

PRC è stata presente a questa consultazione, ogni consultazione è di per se democratica, portando la propria idealità ed esperienza per riempire di contenuti ed atti concreti la scatola ora vuota della Comunità.

Non siamo una civica come va di moda adesso, siamo un partito piccolo e pieno di problemi se volete, ma una organizzazione che non guarda il campanile ma i bisogni e le priorità degli stessi.

Siamo per una collaborazione concreta in questa istituzione.

Quindi l’invito a tutti anche ai delusi di qualsiasi tipo di darci e darsi una mano.

Siamo stati presenti per essere la voce di tutti anche di chi grida nel deserto.

Chiaro che scambiarsi solo messaggi su Facebook e non scendere in piazza con delle idee serve quindi a poco se non a nulla.

2.

La comunità di valle può essere utile se intesa come federalismo amministrativo sovra comunale, se fondato sui bisogni reali delle persone residenti e con priorità di intervento ben precise basate su questi bisogni che sono privati ma anche collettivi: asili nidi, scuole, assistenza, lavoro, consultori e via dicendo.

In tempi di tagli imposti dal governo pensiamo che le priorità vadano al sociale, le grandi opere come la funivia Levico Vetriolo, l’Aquarena di Baselga di Pinè e il campo da golf sempre a Levico possono aspettare. Anche il teatro tenda di Pergine a questo punto può attendere e condividere gli spazi e la gestione con l'altro teatro in via di ultimazione.

3.

Qualche proposta?

Eccoci in tempo di socialità è la famosa ICEF. La Provincia da case, agevolazioni e contributi se sei sotto lo 0.34 come indicatore.

Cioè circa 1200 euro netti al mese. La Provincia e altri non hanno capito o non vogliono capire che i 1200 euro di oggi non hanno il potere di acquisto dei 2 milioni e quattrocentomila lire di 10 anni fa.

La comunità di valle deve capire questo e muoversi di conseguenza, così cambia la socialità, cosi si incide sui problemi.

Il caso concreto di Antonia G. a Pergine Valsugana, casa ITEA SPA, 1200 euro di salario, figli con lavori precari, considerata ricca e pure ladra ( perché dicono c’è gente più bisognosa ) dall’istituzione che applica la norma.

500 euro di affitto chiede attualmente ITEA SPA ad Antonia chiedendo revoca dell’alloggio.

Antonia come donna e lavoratrice ha detto no, la casa è un diritto pagato dai lavoratori e non dai burocrati di una nuova SPA che vede profitti e non diritti.

Prima o poi qualcuno verrà per lo sgombero ma noi saremo la.

Non è un avvertimento ma un avviso di dignità.

Il caso di Antonia non è un caso ma un simbolo, la punta dell’iceberg.

Pensiamo però che la Provincia e le Comunità prima di allora avranno usato il buon senso cambiando la norma.

Questo per noi è il senso della nostra presenza politica anche se il risultato ci ha penalizzato. L'astensione colpisce anche chi lavora purtroppo.

Non siamo stati eletti ma i problemi non cambiano per questo.

4.

Altra questione le case di riposo o meglio le RSA.

L’ottima sanità trentina ci tiene tutti ok ma il momento del crollo arriva per tutti. Le lavoratrici badanti prive di socializzazione e costrette agli arresti domiciliari in famiglia fanno un lavoro egregio.

La casa di riposo Santo Spirito di Pergine, la maggiore del Trentino è di eccellenza ma non basta.

Nelle RSA ci sono pochi posti: chi ha tre patologie, sia ricco o povero, frega chi ne ha solo due. Non va bene questa nuova guerra fra le “sfighe”.

Serve una nuova RSA alla comunità di valle nostra?

Io ho votato anni fa per il teatro tenda di Pergine, per la Cultura come si diceva.

Oggi Paolo Vitti e le compagne i compagni del PRC sono sempre disposti a scendere in piazza, e aspettano i 2700 cittadini che hanno espresso dissenso sull’opera.

Come lo sono per evitare che l'idea di far rivivere San Cristoforo diventi la ghiotta occasione di speculazioni di ogni sorta

Il Governo obbliga la Provincia a tagli?

Noi obblighiamo la Provincia e il Comune alle priorità, ma non a chiacchiere.

Paolo Vitti

Circolo PRC della Valsugana “ Ora e Veglia “ 8 novembre 2010

sabato 30 ottobre 2010






4 NOVEMBRE 2010



…mettiamo una bandiera della pace alla memoria di questa inutile strage e a monito di tutte le guerre presenti e "programmate per il futuro…"

La prima guerra mondiale fu il primo massacro di massa della storia.
Anche in quel periodo la lotta pacifista e antimilitarista del movimento operaio e dei civili arruolati come carne da macello si fece sentire forte. Sebbene ciò non abbia cambiato la storia noi pensiamo che vada ricordato pubblicamente questo anelito alla pace, riprendendoci il ricordo come monito per il futuro e lotta per il presente. Esso è collegato alla battaglia contro le spese militari, mentre l’umanità muore di fame, e alla “cosiddetta missione di pace” in Afganistan, impresa ormai al limite della follia.

La deposizione di una bandiera arcobaleno e di un vaso di fiori presso i vari monumenti ai caduti che costellano il Trentino, realtà territoriale che tale guerra ha vissuto, ha un significato simbolico che ci appare profondo e collegato alla realtà delle guerre attuali e delle spese militari che succhiano energie a tutto il pianeta e pensiamo che tale iniziativa, sia doverosa per aprire un discorso sepolto nelle coscienze.
Pergine Valsugana ore 19:15 monumento ai caduti - viale degli alpini




APPUNTAMENTO:


Pergine Valsugana ore 19:15 c/o monumento ai caduti - viale degli alpini




CON ADESIONE DI : CORTILI DI PACE, FORUM ALB, ASS.AIUTO BALCANI, GRUPPO RI.FIUTO,





venerdì 29 ottobre 2010

MANIFESTAZIONE CONTRO LA COSTRUZIONE DELL'INCENERITORE AD ISCHIA PODETTI

IL CIRCOLO MARIO PASI E TUTTA LA RIFONDAZIONE COMUNISTA DEL TRENTINO PARTECIPERA' ALLA MANIFESTAZIONE CONTRO LA COSTRUZIONE DELL'INCENERITORE AD ISCHIA PODETTI SABATO 30 OTTOBRE ALLE ORE 09:30 PARTENZA DAL PIAZZALE S.SEVERINO

Image RITENENDO CHE LE POLITICHE PER UN CORRETTO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI NON PASSINO DALLA COSTRUZIONE DI INQUINANTI INCENERITORI, MA DA UNA CORRETTA VALORIZZAZIONE DEL RICICLAGGIO E DALLA PROMOZIONE DI PRATICHE INDIVIDUALI E COLLETTIVE CHE DISINCENTIVINO L'UTILIZZO DI IMBALLAGGI AL FINE DI RIDURRE AL MINIMO LA PRODUZIONE DI RIFIUTI. CHIEDE A TUTTI DI PARTECIPARE ALL'INIZIATIVA PER MANDARE UN SIGNIFICATIVO MESSAGGIO AD ISTITUZIONI E POPOLAZIONE TRENTINA.

lunedì 13 settembre 2010

mercoledì 8 settembre 2010

Solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici ORVEA!

Clicca sul link per leggere il posto dal blog del circolo PRC di Trento

Solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici ORVEA!

martedì 7 settembre 2010

mercoledì 14 luglio 2010

Rosso Rock

Clicca sulla locandina per ingrandire


Contro lo sfratto della signora Antonia di Pergine:
Itea dice che è troppo ricca anche se guadagna 1000 euro al mese e ha due
figli precari.

Si raccoglieranno inoltre le adesioni al campeggio nazionale unitario GC-FGCI (www.alternativarebelde.it)

Federazione della Sinistra del Trentino
GC - Giovani Comunisti
FGCI - Federazione Giovanile Comunisti Italiani

venerdì 9 luglio 2010

POMIGLIANO NON SI PIEGA

chi combatte può perdere, chi non combatte ha già perso!
NOI SCHIAVI MAI!


ASSEMBLEA
con Vincenzo Chianese
circolo Prc Fiat Pomigliano, Rsu Fiom Ergon

GIOVEDI' 15 LUGLIO ORE 20.00
Circoscrizione San Giuseppe-Santa Chiara, Via Perini, TRENTO
Durante l'iniziativa verranno racolti fondi per il sostegno della lotta di Pomigliano

Promuove la rivista FalceMartello
per info redazione@marxismo.net

con la partecipazione: Giovani Comunisti - FGCI e

lunedì 5 luglio 2010

La Federazione della Sinistra del Trentino esprimere solidarietà al Compagno Fulvio Flammini della Filt Cgil, allontanato ingiustamente dalla propria dirigenza.

La Federazione della Sinistra del Trentino è ad esprimere solidarietà al Compagno Fulvio Flammini della Filt Cgil, colpito e allontanato ingiustamente dalla propria dirigenza solo per essere portatore di valori etici e morali concreti unicamente a difesa dei lavoratori e per aver assunto ed appoggiato nel corso del congresso il documento “La Cgil che Vogliamo” che denunciava, vista l’attualità senza sbagliarsi, il rischio concreto di una ulteriore burocratizzazione di potere della Cgil ed una sua ulteriore dipendenza e subordinazione culturale e programmatica alle scelte liberiste e filoConfindustriali compiute dal PD e da Dellai.

Fulvio, non a caso spesso denunciato dalle Aziende di Trasporto note per la loro arroganza e sfruttamento dei lavoratori, noto anche per l’importante causa contro il Governo degli Stati Uniti dopo la tragedia del Cermis, coerente nelle sue azioni quotidiane ed essendo riconosciuto dai camionisti quale sindacalista di grandi qualità umane e contrattuali, dovrebbe essere preso d’esempio anche dalla nuova generazione di sindacalisti troppo spesso assunti dopo aver svolto ruoli nel PD o dalle Università, magari senza alcuna vera esperienza lavorativa e sindacale in contrapposizione ai padroni.

La Cgil deve ritornare in mano ai lavoratori che devono poter decidere i loro rappresentanti, come i camionisti stanno ribadendo la ferma volontà di farsi rappresentare da Fulvio Flammini.

lunedì 21 giugno 2010

La forza del capitale e la responsabilità della politica

di NICOLA MELLONI


Quel che sta succedendo a Pomigliano ci spiega in maniera drammatica come le lezioni della grande crisi del capitale non siano state recepite in alcuna maniera nel nostro Paese. Il battimani che da destra al Pd (sinistra è un termine che proprio non si può usare) ha accolto la proposta Fiat per il rilancio dello stabilimento campano è l’ennesimo segnale della resa incondizionata di una politica a cui mancano strumenti di analisi e di comprensione e volontà di iniziativa. Seguire la Fiat nella determinazione non solo di un contratto di lavoro, ma bensì di un nuovo contratto sociale – pane e poco companatico in cambio di lavoro e silenzio – vuol semplicemente dire abbassare la testa di fronte al mercato, lasciare che le relazioni umane, sociali, i diritti dei lavoratori siano decisi dalla mano dal padronato senza cercare di capire quali saranno i frutti avvelenati di tale accordo.

I benpensanti delle nostre parti giustificano la proposta di Marchionne con la globalizzazione: o si accettano nuove regole o la produzione si sposta, si perdono posti di lavoro, si riduce la ricchezza della nazione. Quello che non capiscono è che sarà proprio l’accordo di Pomigliano a rappresentare la tomba dell’economia italiana. Proprio perché globalizzata, Fiat non ha interessi a favorire lo sviluppo del Paese. Farà profitti vendendo le sue macchine all’estero, andando alla ricerca di quei mercati in cui ancora esisterà una classe media in grado di spendere, mentre il nostro Paese si impoverirà a causa delle riduzioni di reddito da lavoro. Il futuro dell’Italia si chiama Polonia, Argentina, Malaysia non certo Germania. Forse anche peggio, perché i ritmi di produzione e i livelli delle retribuzioni asiatiche sono irraggiungibili dalle nostre parti.

Altrove, invece, le cose vanno diversamente. Nonostante neanche in America sian tutte rose e fiori, Obama ha capito che la responsabilità principale della crisi del capitalismo contemporaneo è nella resa della politica al capitale. Capitale che fa il suo mestiere, fare profitti. Ma sono lontani i tempi in cui gli interessi del grande capitale coincidevano con quelli degli Stati e proprio per questo la mediazione politica è indispensabile. Gli ultimi trent’anni di globalizzazione neo-liberista hanno schiacciato la retribuzione del lavoro a favore della remunerazione del capitale e le diseguaglianze economiche hanno di conseguenza generato la crisi del debito privato di cui le banche sono stati gli ultimi ma non unici responsabili.

E’ proprio sulla scorta di questa lezione che vediamo forse per la prima volta un governo attaccare a testa bassa una multinazionale, come appunto sta facendo la Casa Bianca contro Bp nel caso del Golfo del Messico. Il messaggio che il presidente americano sta mandando è che non è più pensabile lasciare carta bianca al capitale. Si badi bene, Obama non sta semplicemente sanzionando l’illegalità dei comportamenti di Bp multando la compagnia petrolifera, ma interviene direttamente nel rapporto tra società e impresa su una linea molto chiara: il capitale segue le logiche del profitto ma risponde alla politica dei suoi comportamenti. Bp dovrà pagare i danni procurati ai cittadini americani.

Dalle nostre parti, invece, alla Fiat è lasciata mano libera, seguendo ancora la logica che l’investimento è santo, in quanto porta lavoro. E’ ora invece di discriminare di che investimento parliamo. Pomigliano potrà anche portare 700 milioni in Campania ma il danno economico che ne verrà all’intero sistema paese è difficilmente calcolabile. La riduzione dei sindacati a gestori di servizi, il restringimento dei diritti dei lavoratori ed, infine, l’inevitabile contrazione dei salari in tutta l’industria impoveriranno ulteriormente il Paese, ben oltre i 700 milioni del Lingotto.

Ma il vero danno va al di là delle pur disastrose ricadute economiche. Il caso d’eccezione è destinato a fare scuola ed il risultato sarà, invariabilmente, la creazione di una Repubblica dei padroni, di una oligarchia. D’altronde, la crisi egemonica in cui ci troviamo, come Gramsci – poco letto o poco capito nel Pd – ci insegna, è proprio quel periodo in cui il vecchio muore ed il nuovo non è ancora nato e questo periodo si caratterizza per la presenza di fenomeni incontrollabili e pericolosi. Di fronte alla debolezza della sinistra, la crisi provocata dal capitale rischia di lasciar spazio a soluzioni reazionarie adottate proprio in nome dell’emergenza. Soluzioni in cui il padronato rinserra le fila e si riorganizza per rinsaldare il suo potere. La storia purtroppo ci ha fornito abbondanti esempi del genere. Già davanti alla grande crisi del ’29 l’assunzione di responsabilità da parte della politica aveva portato negli Stati Uniti alla creazione di un nuovo patto sociale, il New Deal. In Italia, alla crisi organica del primo dopo guerra si rispose con la dittatura sostenuta dal grande capitale. Gli ingredienti – la crisi, una sinistra disorganizzata, una politica parlamentare in frantumi, un padronato reazionario e, in cauda venenum, un leader populista e congenitamente avverso alle istituzioni democratiche – ci sono purtroppo tutti. Forse di questo, più che delle leggi ad personam, dovrebbero cominciare ad occuparsi politici e media d’opposizione.

Riflessioni sulla FIAT


martedì 15 giugno 2010

Presentazione libro "E' già sera, tutto è finito"

Si intitola “E’ già sera, tutto è finito”, l’autore è il trentino Tersite Rossi

Arriva a Pergine il romanzo sulle stragi del ’92-’93
che ha entusiasmato Massimo Carlotto

Il libro, edito da Pendragon e presentato in anteprima al Salone del Libro di Torino il 16 maggio 2010, tenta di fare luce, tramite la narrativa, su alcuni degli episodi più bui della nostra democrazia.



Arrivare in anticipo su fatti come Gladio, Tangentopoli e le stragi del ’92-’93. E rimanere sconcertati dall’esito amaro delle proprie scoperte. Succede al giornalista protagonista del romanzo “E’ già sera, tutto è finito”, scritto da Marco Niro e Mattia Maistri, giornalisti di QT-Questotrentino, usando lo pseudonimo di Tersite Rossi.

Il romanzo, in parte ambientato in Trentino ed uscito in libreria il 12 maggio, è stato presentato il 16 maggio al Salone Internazionale del Libro di Torino, ed ha ricevuto il plauso degli scrittori Massimo Carlotto e Stefano Tassinari.

Quella partorita dalla mente della coppia di scrittori è una trama avvincente e dinamica, costruita su un’accurata documentazione storica. Un tentativo di fare luce, tramite la narrativa, su alcuni degli episodi più bui della nostra democrazia.

Nel romanzo pubblicato da Pendragon (editore bolognese attivo dal 1994 nel panorama letterario nazionale con oltre 800 titoli usciti fino ad ora), la Storia con la maiuscola risulta abilmente incastrata con quella con la minuscola, e al lettore è dato il piacere di trovare mescolato alla fiction un cospicuo numero di riferimenti alla realtà storica funzionali allo svolgimento della narrazione.

Al Salone Internazionale del Libro di Torino, durante la presentazione di “E’ già sera, tutto è finito”, Massimo Carlotto ha pubblicamente elogiato il lavoro di Tersite Rossi: “Questo romanzo dalla scrittura assolutamente densa mi ha entusiasmato. Da tempo non leggevo un lavoro così approfondito rispetto alla memoria e al modo di raccontare questo Paese”.

Il romanzo ha già ricevuto l'attenzione dei quotidiani “Trentino” e “l'Adige”, e soprattutto del quotidiano nazionale "il manifesto", con una recensione a firma di Carlotto.

Per tutti i dettagli si rimanda al sito www.tersiterossi.it



La presentazione del romanzo avrà luogo a cura di QT-Questotrentino
con gli autori e il direttore di QT Ettore Paris
a Pergine lunedì 21 giugno alle 20,45
presso la sala Rossi della Cassa Rurale

lunedì 31 maggio 2010

"La borsa o la vita"


“La borsa o la vita”



Trento 5 giugno 2010
Ore 9:30 – 19

Sala Rosa
della Regione Trentino Alto Adige/ Südtirol
Piazza Dante 16
(di fronte alla stazione ferroviaria)


In occasione del Festival dell’Economia, la Federazione della Sinistra organizza una giornata di dibattito sulla crisi economica in Europa, in Italia, nella Provincia Autonoma di Trento e nel Nord-est.
La giornata vuole essere un percorso critico nei confronti delle soluzioni che i governi e gli economisti hanno proposto come unica via possibile di uscita dalla crisi economica. Vogliamo affermare che non esiste un pensiero unico che detenga la verità assoluta in relazione a ciò che sta succedendo in Europa in questi mesi.
La crisi non è solo un incidente di percorso ma è frutto di un processo di saccheggio degli Stati da parte di banche e poteri finanziari.
La crisi strutturale del liberismo rischia di avere come sbocco la distruzione dello stato sociale in Europa, ma per il sistema capitalista questa è l’unica strada praticabile.
Impadronirsi della”cosa pubblica” vuol dire avere la possibilità di riscrivere le regole e modificare la realtà sociale piegandola alla logica del profitto, ma ciò significa il furto delle garanzie sociali che milioni di lavoratori stanno subendo e che li condurrà verso la povertà.



Mattino ore 9.30-13
Crisi del capitalismo, finanziarizzazione, Europa


Michele Cangiani- Contro il neoliberismo: beni comuni e politiche statali;

Luigi Vinci - Crisi in Europa, la Grecia, le misure prese da Ecofin, le prospettive e le proposte;

Augusto Rocchi - Crisi del capitalismo: quali politiche per uscirne;

Cristina Tajani – Precariato, paradigma della crisi del capitalismo;

Giorgio Cremaschi - La crisi, l'industria e le politiche sindacali;


Pomeriggio ore 14.30-19
Il nord est in crisi. Quali politiche alternative al fallimento leghista?


Matteo Gaddi - Crisi e Nord-Est cosa succede;

Pietrangelo Pettenò - La crisi in Veneto tra delocalizzazioni e assalto al territorio;

Igor Kocijancic - Friuli la crisi una proposta diversa;

Elio Bonfanti - La crisi in Trentino, le misure economiche della Provincia e la crisi del modello di sviluppo trentino;

Ezio Casagranda – La piaga diffusa della precarietà nel ricco trentino;

Francesco Porta – Un modello economico diverso per il Trentino. Difesa del territorio, dell'ambiente, attraverso percorsi di democrazia partecipata.

Un altro Trentino è necessario. La parola a comitati e cittadinanza attiva


Un invito a tutta la popolazione a partecipare
Grazie

La Federazione della Sinistra del Trentino


sabato 29 maggio 2010

Diritto all'aria e alla vita

Come Federazione della Sinistra sosteniamo e diffondiamo la locandina dell'iniziativa del 4 giugno, per maggiori informazioni visitate il sito www.grupporifiuto.altervista.org
Clicca sull'immagine per ingrandire la locandina

domenica 9 maggio 2010

Festa "Voglia di vivere" 2010

FESTA “Voglia di Vivere” 2010 aperta a tutti


presso i locali attrezzati del Campo sportivo di Madrano di Pergine Valsugana

( s.p. per Baselgà di Pinè si entra in piazza poi la stretta e a sinistra si segue “campo sportivo”)

dalle ore 20 di sabato 22 maggio 2010

Programma:

  1. Breve intervento del segretario provinciale PRC Franco Porta

  1. Presentazione del romanzo “ E’ già sera, tutto e’ finito” ed. Pendragon Bologna di Tersite Rossi. Il libro sarà presentato al Salone del libro di Torino il 16 maggio ed ha avuto il plauso di scrittori quali Massimo Carlotto e Stefano Tassinari. Info dettagliate su www.tersiterossi.it/press_room.htlm saranno presenti gli autori e il giornale Questotrentino.

  1. Cena d’incontro e di sottoscrizione per l’ attività del circolo PRC della Valsugana “Ora e Veglia”.

  2. Musica e danze – servizio bar fino alle ore 01


MENU della serata:

antipasti misti e contorni a buffèt ( torte salate , antipasti di pesce,affettati ecc. )
sono previsti 6 antipasti di pesce - 6 di torte salate - affettati misti- pomodori insalate sottaceti…
Paella mista ( carne e pesce)
Paella solo con carne ( per chi non mangia pesce )
Paella di sole verdure ( per i vegetariani )
1/2 minerale e 1/4 di sangria
compreso nel prezzo

costo della cena 20 euro (bambini sotto i 10 anni la metà )

Per motivi organizzativi iscrizioni con pagamento anticipato

entro e non oltre il mercoledì 19 maggio.

Disponibilità 60 posti - per iscrizioni contattare

Giordano Pontalti 328098427 Dado Tomasi 3297059197 Davide Lira 3406512275 Paolo Vitti 3491825267

sabato 8 maggio 2010

Paolo Ferrero a Rovereto

Siete tutti invitati alla serata con Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista e portavoce della Federazione della Sinistra, che si terrà a Rovereto
lunedì 10 maggio alle 20.30, presso lAuditorium del Centro Civico del Brione.


Il volantino della serata verrà pubblicato il prima possibile.




Quarta fiaccolata della memoria + concerto COCHABANDA

Clicca sulle immagini per ingrandire il volantino

venerdì 7 maggio 2010

Sabato 8/5 raccolta firme acqua pubblica a Pergine


Domani mattina, sabato 8 maggio, saremo in piazza Municipio a Pergine Valsugana a raccogliere firme per il referendum sull'acqua pubblica. Per maggiori informazioni cliccare sulla foto e visitare il sito http://www.acquabenecomune.org/raccoltafirme/

domenica 2 maggio 2010

Comunicato stampa PRC-FDS su Alphacan e la crisi in Trentino



Trento, 30 aprile 2010


COMUNICATO STAMPA: Alphacan e non solo. Quale futuro per i lavoratori?

Una dopo l’altra stanno chiudendo, una dopo l’altra cacciano i lavoratori alla stregua di macchine non più utili, una dopo l’altra dettano condizioni pesantissime se vuoi rimanere a lavorare. Questa è la ricetta liberista per uscire dalla crisi, la loro ricetta.

Come nel resto d’Italia, anche qui in Trentino il terremoto economico demolisce tantissime realtà industriali ed economiche (anche terziario, commercio ed artigianato non sono immuni).

A livello nazionale il governo di centro destra continua a dire che questa crisi è poca cosa e comunque ce la stiamo mettendo alle spalle. Continuano a prenderci in giro. Hanno regalato miliardi alle banche e alla finanza, ai lavoratori la disoccupazione. Hanno coperto le bolle finanziarie di aziende che invece di investire in tecnologia hanno riversato i loro fondi in speculazione e quello che è raccapricciante che questo modello di gestione non è finito. Decine di aziende continuano in maniera perversa a creare bolle finanziarie.

In Trentino, dove a differenza del governo nazionale, sono stati riversati nelle tasche delle aziende centinaia di milioni di euro (purtroppo per i lavoratori, come al solito, solo le briciole) la situazione non sembra prendere strade differenti.

Numerose sono le aziende che stanno smobilitando o nella migliore delle ipotesi, non riescono a ripartire. Valsugana, Rovereto, Trento si stanno riempiendo di attività produttive ferme, il futuro dei lavoratori e di conseguenza dell’economia in generale sta cominciando a mettere paura, anche qui nel ricco Trentino, tra una indifferenza assordante.

A nostro avviso è mancato un piano di riconversione vera dell’economia, sono stati messi sul piatto unicamente interventi tendenti a mantenere in piedi uno status quo che non aveva futuro. Anni fa avevamo chiesto all’allora giunta provinciale uno studio per progettare lavoro, per pensare ad un diverso modello produttivo, che partisse dal legare produzione, ambiente e territorio. Filiere progettuali e produttive funzionali allo sfruttamento delle energie rinnovabili, alla progettazione di tecnologie avanzate. Nello stesso tempo creare maggiori sinergie su agricoltura, filiera del legno, autosufficienza energetica, filiera del riuso (a volte il rifiuto, se non si brucia, produce ricchezza).

E’ dal 2003 che avevamo lanciato l’allarme Trentino e ci è sempre stato risposto che va tutto bene, siamo al sicuro! Oggi ci ritroviamo con un tasso di lavoro precario che è fra i più alti a livello nazionale, edilizia ferma, attività produttive che si stanno fermando, progettazione di grandi opere letteralmente inutili per il Trentino proprio perché sta collassando un modello economico a livello internazionale, a cui queste grandi opere erano destinate, assoluta mancanza di idee da parte delle amministrazioni pubbliche sul come intervenire in maniera efficace.

ALPHACAN è un esempio di tutto questo. Operai di esperienza lasciati senza lavoro, famiglie messe in crisi, lavoratori “troppo giovani” per la pensione ma “troppo vecchi” per questo sistema economico che ti rifiuta (anche perché la loro logica è assumere in modo precario e possibilmente poco esperti così ti pagano di meno), lavoratori che, nella migliore delle ipotesi, dovranno diventare forzati del pendolarismo per recarsi ad Arco. Tutto questo viene alla luce come un disastro annunciato, affrontato con superficialità, con indifferenza e a pagare la crisi, come al solito, sono i lavoratori.

Chiediamo una forte inversione di tendenza, chiediamo un intervento pubblico vero e non solo specchietti per le allodole. Vanno aiutati i lavoratori, va riconsegnato a loro un futuro, un futuro che questo sistema economico fallimentare sta loro rubando.

ALPHACAN, CEDERNA, OMGA di Grigno, ISI, SALVELOX per restare in Valsugana, ma ADLER, TEXBOND ed altre a Rovereto, settori importanti dell’artigianato e del commercio che stanno chiudendo, possono essere che solo l’inizio e bisogna muoversi, velocemente, anche domani la gente deve mangiare.

Stesso invito al governo nazionale, un governo che si sta dimostrando sempre più incapace a progettare economia, un governo che si è nascosto usando guerre tra poveri, dicendo che lo straniero porta via il lavoro! Ma quale lavoro, pian piano non ce n’è più e non sono capaci a progettarlo. E’ più facile farsi le leggi per salvarsi dai processi e dalla galera!

La Segreteria Provinciale del Trentino
Partito della Rifondazione Comunista