lunedì 28 marzo 2011


RIBELLISSIME 2011



SOCIAL FILM + DIBATTITO:


ROSA L.

di Margherithe Von Trotta


Nel gelido carcere di Wronke, nella Germania, Rosa Luxemburg scrive le sue memorie epistolari, dall'infanzia nella zona russa della natia Polonia all'inquieta adolescenza vissuta tra i fermenti e gli scontenti sociali di fine '800, che preparano la rivoluzione dell'ottobre 1917. Colta, indipendente e decisa, nonostante il delicato sentire, sperimenta presto le carceri zariste per le sue idee e la sua attività rivoluzionaria . Passata in Germania, si dedica al giornalismo di sinistra, ai viaggi e all'attività politica di opposizione, con Leo Jogiches, di cui condivide in politica idealità e azione. A Berlino entra nella lega antibellica Spartakus, nonostante l'opposta idea dei socialdemocratici che si sono schierati per l'intervento, e finisce in carcere. Perduto in guerra il giovane Kostja, cui si era sentimentalmente, viene liberata alla fine del conflitto, per dedicarsi nuovamente, tenace e irriducibile, alla lotta politica. Finchè, coinvolta nei moti rivoluzionari del 1918, viene assassinata dai militari al potere nel gennaio 1919.



SEGUE DIBATTITO: LE DONNE NELLE LOTTE DI OGGI CON:


FRANCESCA CAPRINI: COMITATO ACQUA PUBBLICA DEL TRENTINO

ROSA FINOTTO: NUOVE RESISTENZE

CHAFEI ATIKA: ASSOCIAZIONE A.M.A.

ZORIZA DUSMANN: FILCAMS CGIL DEL TRENTINO



GIOVEDI’ 31 MARZO ORE 20.15

SALA CANTIERE COMUNALE VIALE DELL'INDUSTRIA
PERGINE VALSUGANA

venerdì 25 marzo 2011

CON I COMITATI CONTRO LA SPECULAZIONE

In aperto spregio al proprio programma elettorale delle elezioni comunali ultime scorse, che prevedeva espressamente il coinvolgimento attivo della popolazione nella predisposizione delle modifiche al territorio nel nostro comune*, la giunta Corradi per l'ennesima volta si fa beffa della volontà dei cittadini e delle migliaia di firme raccolte e decide di realizzare a S. Cristoforo l'ennesima speculazione a favore dei poteri forti del nostro comune.

Non è la prima volta, già in occasione della discussione sulla realizzazione del teatro all'aperto nel parco Tre Castagni dietro l'istituto scolastico Marie Curie, la giunta non ha tenuto conto delle critiche positive che migliaia di cittadini avevano rivolto al progetto attraverso un'apposita petizione ed ha tentato di imporre la propria volontà gigantista e speculativa.

La conseguenza è stata che di quelle critiche è stata costretta a farsi ora interprete la commissione provinciale competente e ed il progetto del nuovo teatro è stato almeno per ora bloccato nella convinzione che si tratta di un'opera spropositata, urbanisticamente mal collocata e a rischio di forte deficit economico. Adesso Corradi e la sua giunta ci riprovano con S.Cristoforo proponendo un modello di sviluppo per quella realtà in netto contrasto con qualsiasi politica ambientale (già negli anni 80 e 90 il decreto Galasso prevedeva l'inedificabilità delle rive dei laghi per almeno 150mt dalla linea di battigia).


Un progetto fortemente datato (anni '60) dove l'idea del turismo intensivo la fa da padrone (si pensi che addirittura si parla di multiproprietà), dove anziché la qualità dei luoghi prevale il cemento, senza ricadute positive per la comunità e invece fortemente lucroso per i proprietari delle aree, i progettisti, i soliti noti. Alle proteste della popolazione si è risposto con un metodo che con la democrazia non ha nulla a che fare. Cinque persone in parte maggiorenti e altri amministratori nel chiuso di una stanza in consiglio provinciale, pretendono di aver trovato la quadratura del cerchio e vengono a raccontare che se anche il piano che verrà presentato in consiglio comunale i prossimi giorni non fosse condivisibile, si può sempre cambiare dopo. In altre parole si fa finta di non capire che le critiche che muovono i cittadini non sono relative soltanto alla qualità della proposta ma alla sua stessa esistenza e che quindi da discutere non è qualche aggiustamento volumetrico, le altezze di questo o quel fabbricato, la collocazione qui o la dei parcheggi o il loro dimensionamento, ma il fatto che l'opera venga realizzata o meno in quanto è l'opera stessa a prospettare uno sviluppo di quella parte del lago come fortemente speculativo. Da un altro verso poi non basta diminuire la quantità della perequazione da cedere ai proprietari ad Assizzi, ma non va fatta nessuna perequazione essendo a favore dei proprietari estremamente lucrativo il solo cambio di destinazione dell'area sul lago.

Se da Corradi non potevamo che aspettarcelo, del resto ha fatto di tutto per sembrare un sindaco di destra impermeabile a qualsiasi volontà popolare, spiace che il Partito Democratico che aveva provato ad essere attento ad alcune delle volontà e delle critiche della popolazione abbia invece scelto di appoggiare Corradi e l'accordo di piazza Dante.

Non bastano i mal di pancia, è necessario che su questioni di questo tipo chi ha davvero a cuore Pergine e il suo futuro e crede uno sviluppo sostenibile sappia dire no fino in fondo, senza preoccuparsi eccessivamente dell'esito istituzionale delle proprie posizioni. Una giunta di centro sinistra che fa politiche speculative e di centro destra non serve a nessuno e più si continua in questa posizione maggiore diviene il malcontento della popolazione e la disaffezione verso questa politica.

Si tratta invece di valorizzare l'azione positiva svolta dai Comitati dei cittadini, sia sulla vicenda del Teatro che su San Cristoforo, capendo che è in questo modo che i cittadini dicono la loro sullo sviluppo di Pergine riuscendo a coinvolgere centinaia e centinaia di persone in un'iniziativa democratica e partecipata.

Una politica seria vorrebbe che di questo si facesse tesoro e che non prevalesse invece l'interesse di bottega di affaristi vari...

Il circolo “Ora e Veglia” di Rifondazione comunista e la Federazione della sinistra esprimono la loro totale adesione alle iniziative dei Comitati e chiamano la popolazione di Pergine a far sentire la propria voce anche in occasione dei dibattiti consiliari che su questi temi si terranno in Comune nei prossimi giorni.



per il circolo di Rifondazione comunista di Pergine Valsugana il segretario Giordano Pontalti
David Lira segreteria provinciale Rifondazone comunista - Federazione della sinistra.

* Partecipazione delle persone nelle scelte, nella pianificazione dei servizi, del territorio, costruzione condivisa di visioni di scenari di sviluppo a medio e lungo termine.
dal Programma del Partito Democratico di Pergine Elezioni x le elezioni amministrative 2009

domenica 20 marzo 2011

FEDERAZIONE DELLA SINISTRA DEL TRENTINO


Trento, 19 marzo 2011

Comunicato Stampa: Ancora una volta gli interessi economici portano alla guerra

Sicuramente non approviamo e condanniamo il comportamento del leader libico Gheddafi.

Il dissenso interno, quando nasce, non nasce mai a caso ed è frutto di politiche antipopolari e repressive che nulla hanno a che fare con i processi democratici.

Fa specie, però, il comportamento decennale dell’occidente verso il “colonnello libico”. Per tutelare gli interessi delle “banche armate”, di Finmeccanica (fornitrice di armi alla Libia da molto tempo), dell’ENI (per il petrolio), delle multinazionali dell’agricoltura, degli interessi internazionali sull’uranio africano, dell’appoggio ai campi di concentramento in Libia per i cosiddetti clandestini, il governo italiano e non solo, ha accettato ed appoggiato politiche liberticide nei confronti del popolo libico, fino ad arrivare ai quei tristi baciamano del nostro Presidente del Consiglio Berlusconi di poco tempo fa.

Per molto tempo si è taciuto, tollerato, appoggiato, per bassi interessi commerciali, di mercato.

A questo punto, quando gli interessi economici sono in difficoltà, saltano fuori le “ingerenze umanitarie” e Il Consiglio di sicurezza dell'Onu si è pronunciato a favore dell'istituzione della No fly zone sulla Libia e dell'autorizzazione all'uso di non meglio precisati mezzi necessari a prevenire violenze contro i civili. In altri termini, ha autorizzato la guerra.

Il pallido e fino ad oggi insignificante Ban Ki Moon, diventato presidente dell'Onu solo in virtù dei suoi buoni uffici con gli Usa e del suo basso profilo, si è esaltato fino a definire la risoluzione 1973 storica, in quanto sancisce il principio della protezione internazionale della popolazione civile.

Un principio che vale a corrente alternata. Non ci sembra di ricordare sia evocato quando i cacciabombardieri della Nato fanno stragi di civili in Afghanistan. Altrettanta solerzia non è risultata effettiva quando gli F16 dell'aviazione israeliana radevano al suolo il Libano o Gaza, uccidendo migliaia di civili innocenti. Neppure vi è stato un intervento ONU nell’IRAQ quando si è inventato di tutto per rimettere le mani sul petrolio iracheno, uccidendo (complice anche l’Italia) decine di migliaia di civili. Lo stesso Blair ha confermato tutto questo.

Quello che sta avvenendo genera, in realtà, un precedente ben pericoloso. Sul quale giustamente paesi come la Russia, la Cina, il Brasile, l'India e la Germania hanno espresso più di una riserva. Che si è limitata però ad un'astensione, che lascerà di fatto liberi quei paesi che hanno deciso di bombardare Tripoli e sostituire Gheddafi con le fazioni a lui ostili per un cinico calcolo geopolitico e di convenienze. Sia chiaro a tutti che i diritti umani e le giuste aspirazioni dei giovani libici alla democrazia e a liberarsi dal regime non c'entrano nulla con la decisione di Parigi e Londra, seguite a ruota dal sempre più deludente Obama, di attivare l'intervento militare.

Chi sarà in futuro a decidere quali violenze contri i civili sono accettabili o meno saranno solo e sempre le superpotenze militari imperialiste e occidentali. E lo faranno con il sostegno del sistema di informazione mondiale che selezionerà alla bisogna chi e come andrà bombardato, chi potrà o meno rimanere al potere.

Chi stabilisce, infatti, che si decide di bombardare la Libia, mentre si consente all'Arabia Saudita di inviare truppe per sedare le proteste nel vicino Baherein, mentre si lascia il presidente dittatore da trentadue anni dello Yemen, Abdullah Saleh, sparare da giorni sulla folla (causando un numero di vittime enorme) che ne chiede a gran voce e da tempo le dimissioni? Si arriva al paradosso che la petromonarchia del Qatar, anch'essa impegnata nel reprimere le proteste del Baherein con il suo esercito, ha allo stesso tempo annunciato che invierà i suoi caccia per la democrazia in Libia.

Tutto ciò dimostra solo come nel caso libico si è da subito tentato di intervenire militarmente per interessi geopolitici.

Quale è infatti la razionalità politica di tale scelta? Semplice.

Come sempre, ciò che muove gli eserciti non sono le intenzioni umanitarie, ma ben altre ragioni e motivazioni. Seguite il petrolio, il gas e i dollari e troverete la risposta.

Per ciò che riguarda la Francia e la sua frenesia di menar le mani si segua, oltre alla via del petrolio, quella dell'uranio che alimenta le sue centrali nucleari e quelle che vende per il mondo.

Ci auguriamo che il cessate il fuoco unilaterale dichiarato dal governo libico, sia vero, e questo forse lascia del tempo per cercare di evitare la tragedia di una guerra nel mediterraneo. Temiamo duri poco. Sarà cercato in ogni modo un pretesto per giustificare comunque l'attacco, ora che una parvenza di legittimità internazionale è stata data dalla sciagurata risoluzione 1973.

L'Onu, che dovrebbe prevenire i conflitti fra gli Stati, in questo caso ha varato una decisione che potenzialmente potrebbe allargarlo e diffondere la guerra. Una decisione quindi si storica, ma per stupidità. Una stupidità alla quale, naturalmente, non si sottrae il governo italiano, pronto a dare basi uomini e mezzi all'impresa. In buona compagnia del Pd - già d'altronde in prima fila nelle guerre umanitarie del passato - che condivide apertamente tale scelta ed in compagnia anche del Presidente della Puglia Vendola (questo ci rattrista molto) che apre all'intervento militare e alle No Fly Zone in Libia, ma vorrebbe evitare che finisca in un pantano. Onestamente non capiamo come si possa fare, quando si interviene militarmente e si bombarda tutto può accadere. Forse Vendola si riferisce ad azioni mirate come in Afghanistan o alle bombe intelligenti come in Serbia? Quello che è certo è che intanto SEL si accoda, con saggezza, al partito della guerra filo atlantico. Stavolta tra l'Obama vero e quello bianco c'è gran sintonia. O dell’IDV (Di Pietro) che in barba alla Costituzione si astiene e non prende posizione contro guerra e governo.

In sintesi siamo in guerra con la Libia. Ancora una volta in sfregio alla Costituzione italiana (e non possiamo accettarlo visto che pochi giorni fa siamo scesi in piazza in sua difesa) ed ancora una volta mossi solo da biechi interessi. Noi non abbiamo interessi e non facciamo il baciamano a nessuno: la nostra unica bussola è la pace. La pace si costruisce con la cooperazione, con i processi di solidarietà internazionale.

Se vi sono ancora degli spiragli per evitare il peggio vanno usati ed agiti fino in fondo. Serve da subito una mobilitazione del popolo della pace per fermare la macchina da guerra che sta scaldando i suoi motori. Serve scendere subito in piazza contro la guerra e per chiedere che l'Italia rimanga fuori da questa nuova e sciagurata avventura bellica. Noi ci saremo.

Francesco Porta

Per la Federazione della Sinistra del Trentino

Rifondazione Comunista – Comunisti Italiani


Trento, 19 marzo 2011

Comunicato Stampa: Inceneritore – Tornare in Commissione Ambiente e Dibattito in Aula

Sempre più fumosa appare la vicenda inceneritore a Trento. Sempre più ambigua, dispendiosa e dannosa per la popolazione appare la scelta di incenerire i rifiuti. L’interesse al profitto non può andare d’accordo con la tutela dei beni comuni e del cittadino.

Gli interessi di chi dovrebbe gestire questa scellerata soluzione, cozzano contro la raccolta differenziata, cozzano contro la quantità di rifiuti da trattare e tutto in barba alla tutela dell’ambiente ed a un ciclo virtuoso nella gestione della materia prima seconda. Quello che sta venendo alla luce, la ritrosia dei privati, spiegano anche che è difficile fare un inceneritore a basso tonnellaggio e spiega anche, come mai in molti posti dove gli inteneritori sono stati costruiti,m la differenziata è stata disincentivata: gli inceneritori per essere vantaggiosi devono bruciare e la differenziata diventa un ostacolo.

E’ necessaria una inversione di tendenza, è finito il tempo che l’ambiente viene sacrificato sull’altare del profitto. L’ambiente deve essere de mercificato, sottratto agli strali del mercato così come l’acqua e tutti i beni comuni.

Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani chiedono che tutto l’iter del bando vada rivisto e si tenga conto anche di altre soluzioni alternative all’incenerimento. Il trattamento dei rifiuti non può passare solo attraverso una loro distruzione ma può e, a nostro avviso, deve passare attraverso un loro riuso. Questa prassi tutelerebbe ambiente, salute e potrebbe agevolare la creazione di posti di lavoro in Trentino, posti dedicati alla filiera del riciclo.

Urge, a questo punto, un ritorno della discussione nella Commissione Ambiente del Comune di Trento e poi, indispensabile, il passaggio in aula dove si avvii un processo di confronto politico fra tutti i consiglieri.

La città di Trento e tutte le zone limitrofe hanno bisogno di altre risposte per la chiusura del ciclo dei rifiuti, risposte che non devono per forza prevedere l’incenerimento.

Francesco Porta

Componente Commissione Ambiente

Consigliere Comunale Trento

Rifondazione Comunista – Comunisti Italiani

sabato 12 marzo 2011

Con i comitati contro la speculazione a San Cristoforo

In aperto spregio al proprio programma elettorale delle elezioni comunali ultime scorse, che prevedeva espressamente il coinvolgimento attivo della popolazione nella predisposizione delle modifiche al territorio nel nostro comune*, la giunta Corradi per l'ennesima volta si fa beffa della volontà dei cittadini e delle migliaia di firme raccolte e decide di realizzare a S. Cristoforo l'ennesima speculazione a favore dei poteri forti del nostro comune.

Non è la prima volta, già in occasione della discussione sulla realizzazione del teatro all'aperto nel parco Tre Castagni dietro l'istituto scolastico Marie Curie, la giunta non ha tenuto conto delle critiche positive che migliaia di cittadini avevano rivolto al progetto attraverso un'apposita petizione ed ha tentato di imporre la propria volontà gigantista e speculativa.

La conseguenza è stata che di quelle critiche è stata costretta a farsi ora interprete la commissione provinciale competente e ed il progetto del nuovo teatro è stato almeno per ora bloccato nella convinzione che si tratta di un'opera spropositata, urbanisticamente mal collocata e a rischio di forte deficit economico. Adesso Corradi e la sua giunta ci riprovano con S.Cristoforo proponendo un modello di sviluppo per quella realtà in netto contrasto con qualsiasi politica ambientale (già negli anni 80 e 90 il decreto Galasso prevedeva l'inedificabilità delle rive dei laghi per almeno 150mt dalla linea di battigia).


Un progetto fortemente datato (anni '60) dove l'idea del turismo intensivo la fa da padrone (si pensi che addirittura si parla di multiproprietà), dove anziché la qualità dei luoghi prevale il cemento, senza ricadute positive per la comunità e invece fortemente lucroso per i proprietari delle aree, i progettisti, i soliti noti. Alle proteste della popolazione si è risposto con un metodo che con la democrazia non ha nulla a che fare. Cinque persone in parte maggiorenti e altri amministratori nel chiuso di una stanza in consiglio provinciale, pretendono di aver trovato la quadratura del cerchio e vengono a raccontare che se anche il piano che verrà presentato in consiglio comunale i prossimi giorni non fosse condivisibile, si può sempre cambiare dopo. In altre parole si fa finta di non capire che le critiche che muovono i cittadini non sono relative soltanto alla qualità della proposta ma alla sua stessa esistenza e che quindi da discutere non è qualche aggiustamento volumetrico, le altezze di questo o quel fabbricato, la collocazione qui o la dei parcheggi o il loro dimensionamento, ma il fatto che l'opera venga realizzata o meno in quanto è l'opera stessa a prospettare uno sviluppo di quella parte del lago come fortemente speculativo. Da un altro verso poi non basta diminuire la quantità della perequazione da cedere ai proprietari ad Assizzi, ma non va fatta nessuna perequazione essendo a favore dei proprietari estremamente lucrativo il solo cambio di destinazione dell'area sul lago.

Se da Corradi non potevamo che aspettarcelo, del resto ha fatto di tutto per sembrare un sindaco di destra impermeabile a qualsiasi volontà popolare, spiace che il Partito Democratico che aveva provato ad essere attento ad alcune delle volontà e delle critiche della popolazione abbia invece scelto di appoggiare Corradi e l'accordo di piazza Dante.

Non bastano i mal di pancia, è necessario che su questioni di questo tipo chi ha davvero a cuore Pergine e il suo futuro e crede uno sviluppo sostenibile sappia dire no fino in fondo, senza preoccuparsi eccessivamente dell'esito istituzionale delle proprie posizioni. Una giunta di centro sinistra che fa politiche speculative e di centro destra non serve a nessuno e più si continua in questa posizione maggiore diviene il malcontento della popolazione e la disaffezione verso questa politica.

Si tratta invece di valorizzare l'azione positiva svolta dai Comitati dei cittadini, sia sulla vicenda del Teatro che su San Cristoforo, capendo che è in questo modo che i cittadini dicono la loro sullo sviluppo di Pergine riuscendo a coinvolgere centinaia e centinaia di persone in un'iniziativa democratica e partecipata.

Una politica seria vorrebbe che di questo si facesse tesoro e che non prevalesse invece l'interesse di bottega di affaristi vari...

Il circolo “Ora e Veglia” di Rifondazione comunista e la Federazione della sinistra esprimono la loro totale adesione alle iniziative dei Comitati e chiamano la popolazione di Pergine a far sentire la propria voce anche in occasione dei dibattiti consiliari che su questi temi si terranno in Comune nei prossimi giorni.



per il circolo di Rifondazione comunista di Pergine Valsugana il segretario Giordano Pontalti
David Lira segreteria provinciale Rifondazone comunista - Federazione della sinistra.

* Partecipazione delle persone nelle scelte, nella pianificazione dei servizi, del territorio, costruzione condivisa di visioni di scenari di sviluppo a medio e lungo termine.
dal Programma del Partito Democratico di Pergine Elezioni x le elezioni amministrative 2009

venerdì 4 marzo 2011

ANPI DEL TRENTINO

Trento - via al Torrione 10 – t. 0461238874 – 3337978889

PROGRAMMA DELLE MANIFESTAZIONI PER L’ANNIVERSARIO DI MARIO PASI TRUCIDATO DAI NAZISTI CON ALTRI 10 PARTIGIANI IL 10 MARZO 1945 AL BOSCO DEI CASTAGNI (Belluno)

INVITO

A BELLUNO - Domenica 6 marzo ore 10 (Bosco dei Castagni) sul luogo dell’eccidio di Mario Pasi con altri 10 partigiani con l’Anpi di Belluno e di Ravenna (prenotare pullman al 3337978889) partenza da Trento (davanti alla Regione) alle ore 8.

A TRENTO - Mercoledì 9 marzo: alle ore 11 alla scuola Rudolph Steiner intitolata a Mario Pasi – Trento – via Conci 86 (Madonna Bianca) deposizione di una corona d’alloro del Comune di Trento – brevi interventi dell’Anpi e delle Autorità – segue un incontro con gli studenti che hanno approfondito la storia di Pasi e della Resistenza.

GIOVEDÌ 10 marzo:

Alle ore 9 a Trento in Piazza Mario Pasi – deposizione di una corona d’alloro del Comune di Trento - intervento dell’Anpi con Renzo Francescotti e delle Autorità.

Alle ore 11 a Trento nell’atrio dell’Ospedale S.Chiara (Largo Medaglie d’Oro) deposizione di una corona d’alloro del Comune di Trento – intervento dell’Anpi con Vincenzo Calì – dell’Ordine dei Medici e delle autorità.

CERIMONIA IN RICORDO DI MARIO PASI

Alle ore 17 ALLA SALA AURORA del Consiglio Provinciale di Trento – Via Manci.

In collaborazione con l’Anpi di Belluno e di Ravenna e la presenza delle autorità civili e militari – il saluto del Presidente del Consiglio Provinciale di Trento e del Sindaco di Trento – intervento dell’Anpi del Trentino con Vincenzo Calì.

Alla celebrazione sarà presente il Gruppo di Neruda che reciterà alcune poesie di Mario Pasi e della Resistenza.

Ringraziando per la partecipazione. Cordiali saluti.

Il Presidente dell’Anpi del Trentino

Sandro Schmid

ANPI DEL TRENTINO

Trento - via al Torrione 10 – t. 0461238874 – 3337978889

INVITO A PARTECIPARE ALLA MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA CHE SI SVOLGERA’

SABATO 5 MARZO A BOLZANO - ORE 15 – a piazzetta FRANZ INNERHOFER (pochi minuti a piedi dalla stazione ferroviaria)

Partenza da Rovereto con il treno alle 14.14

Partenza da Trento con il treno alle 14.31

L’appuntamento per gli iscritti/e di Trento è alla Stazione ferroviaria non dopo le 14.10.

La manifestazione è organizzata dall’ANPI di Bolzano, con diverse associazioni degli studenti e democratiche in risposta alla manifestazione neofascista Casa Pound che intende valorizzare i simboli fascisti del monumento alla Vittoria. Non ci saranno simboli di partito se non i medaglieri dell’ANPI di Bolzano e di Trento.

Vi aspettiamo numerosi. Cordiali saluti. p. La Presidenza dell’Anpi del Trentino Sandro Schmid

PS) Sollecitiamo chi intende partecipare alla manifestazione di Domenica 6 marzo “Al bosco dei Castagni” (Belluno) con l’Anpi di Belluno e di Ravenna – ricordo dell’eccidio nazista contro Mario Pasi e altri 10 partigiani- di prenotarsi anche via e-mail (Partenze pullman ore 7 (Stazione Autocorriere di Riva) ore 7.30 (casello autostrada sud di Rovereto) ore 8 davanti alla Regione a Trento)